Che cos’è una lager?
Lo stile di birra lager è una tecnica di birrificazione, o meglio è una tecnica di maturazione e chiarificazione della birra: quindi non è uno “stile”. La lagerizzazione è quel procedimento per cui una birra viene tenuta al freddo dopo e durante la fermentazione, per almeno 5 o 6 settimane, a temperature vicine allo zero. In questo modo la birra si pulisce, diventa più chiara, si stabilizza, fino a diventare limpida. Questo limpidezza della bevanda ottenuta dalla lagerizzazione, applicata a stili di birra quali le Pilsner, è stata una delle ragioni alla base del grande successo delle birre industriali, che non a caso sono più o meno tutte lager. Prima dell’esplosione delle lager Pilsner industriali le birre erano più torbide, meno pulite, un aspetto che mal si conciliava con un consumo di massa, ovvero con un consumo anche da parte di chi non fosse un conoscitore della birra e del suo processo di produzione.
Lager è uno stile?
Qui è importante specificare dunque che lager in sé e per sé non indicherebbe uno stile preciso, bensì una tecnica di conservazione. Pilsner ad esempio indica uno stile di birra preciso, a bassa fermentazione. Diciamo che dall’applicazione della lagerizzazione allo stile Pilsner si è ottenuta la birra per come la conosce oggi la stragrande maggioranza delle persone. Tanto che oggi l’industria gioca un po’ col termine lager, utilizzandolo quasi ad indicare genericamente una birra a bassa fermentazione, che utilizza un certo tipo di lieviti, contrapponendolo al termine Ale, ad indicare le birre ad alta fermentazione. E’ una generalizzazione in cui casca pure Wikipedia, e pure noi. Ma oggi capita di veder chiamare lager birre che non sono lagerizzate, ma semplicemente filtrate, e questo non è il massimo. Anche per questo siamo contenti di parlare di lager oggi, e di presentarne una.
Un po’ di storia sulla lager
Nella storia, la scoperta del processo di lagerizzazione fu quasi casuale. L’abitudine era quella di far fermentare le birre a temperatura ambiente. Si producevano tutte Ale insomma, fino al Medio Evo avanzato. Gli sbalzi termici però influivano sul processo, e davano instabilità alla birra. Si iniziò dunque ad immagazzinare la birra in grotte o cantine al fianco di blocchi di ghiaccio, o in zone di montagna, durante la fermentazione, proprio per evitare sbalzi termici. Si scoprì che le birre immagazzinate a temperatura vicina allo zero erano più stabili, e che alcuni lieviti reagivano meglio al processo, conferendo alla bevanda maggiore limpidezza e pulizia. Erano i lieviti più adatti alla bassa fermentazione, quelli che si depositano in fondo al tino di fermentazione. Se si aggiunge che nel 1539 una legge bavarese (territorio dove di birra hanno sempre capito parecchio) obbligò i birrai a produrre solo da settembre ad aprile, il rapporto birra e conservazione al freddo cominciò a diventare molto più consueto. Dal 1600 in avanti la ricerca dei birrai continuò a progredire, fino a riuscire a selezionare i lieviti migliori per il processo di lagerizzazione, e dunque per le birre che avrebbero avuto la possibilità di risultare più stabili, limpide, facili da conservare. Sul finire del 1800 il numero dei birrifici che producevano birre a bassa fermentazione era ormai cresciuto a livello esponenziale, e tutto era pronto per l’esplosione della birra industriale.
La Kiwi 61cento
La Kiwi 61cento è una birra lager perché è una birra a bassa fermentazione lagerizzata, ed è una Pacific Lager perché i luppoli sono quelli più indicati per quello stile.
Noi non possediamo filtri, perciò la Kiwi riposa per molte settimane ad una temperatura vicina a zero gradi dentro al fermentatore.
E’ una birra chiara, prodotta con malto base di tipo Pilsner. Gli elementi di spicco della Kiwi sono i luppoli neozelandesi, da cui lo stile “Pacific”. Per farvi capire, se alla Kiwi avessimo aggiunto luppoli europei classici, avremmo ottenuto una birra chiara classica, molto facile alla beva, sostanzialmente adatta a tutti. I luppoli neozelandesi invece contribuiscono a fare della Kiwi un’esplosione di profumi e aromi per il naso e per il palato: frutta e fiori, su tutti, soprattutto tropicali.
I luppoli neozelandesi sono luppoli che furono importati in Nuova Zelanda dall’Europa decine di anni fa, che hanno avuto la possibilità di crescere ed essere selezionati all’interno di un ecosistema naturale assolutamente unico, qual è quello neozelandese. (In maniera del tutto simile a quanto accaduto ai luppoli americani della Yakima Valley).
La Kiwi è dunque una birra chiara, molto profumata, fresca, piacevole, che anche molto fredda conserva le sue caratteristiche aromatiche. Si percepisce comunque una nota amara, data dal luppolo, che non sovrasta mai però il profumo. Tanto è vero che rimane una birra molto amata anche dalle donne. E’ una birra che consigliamo di bere fredda, al tramonto, magari in spiaggia, senza abbinarla per forza al cibo. La stagione in arrivo è anche quella giusta!
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