I principali rivali dei tedeschi
Amano mangiare e bere bene, con gusto e passione; amano godersi la vita, non perdendo mai occasione di fare festa, stare in compagnia, uscire di casa; sono un po’ dei lamentoni, e si lamentano un po’ di tutto: del tempo, del lavoro, della tasse, della burocrazia, …; hanno un rapporto molto singolare con la politica, nel loro Paese avere un governo stabile non è un fatto così scontato; non sono dei grandi fan delle regole, preferiscono libertà e creatività, perché vivono la rigidità come un limite; hanno un opinione di sé stessi e di tutto ciò che riguarda il loro Paese molto alta, a tratti quasi eccessiva. Malgrado queste caratteristiche abbastanza comuni sono difficili da identificare in una persona unica, perché il Paese da sempre è un melting pot di razze, provenienze, religioni, culture, stili di vita.
Vi ricordano qualcuno?
No, non stiamo parlando dell’Italia e di noi italiani.
Stiamo parlando del Paese di provenienza dell’altra grande scuola brassicola, insieme a quella tedesca (non ce ne vogliano gli inglesi, le cui birre hanno caratteristiche tutte loro): un Paese per cui la birra è storia, tradizione, cultura, arte. Stiamo parlando del Belgio, e stiamo per parlarvi dello stile di birra Blonde Ale e della nostra interpretazione dello stile, la Toribi.
Birra in Belgio: tra il mito e la storia
La storia della birra in Belgio è un incrocio tra mito e fatti storici. Cominciamo dal mito: il patrono della birra è un personaggio medievale leggendario, Gambrinus, che ebbe un merito molto particolare, ovvero fu l’inventore della birra con malto e luppolo.
Ma se la birra ha origini molto più antiche del Medio Evo, con cosa veniva prodotta? Ebbene in Europa prima dell’anno 1000 le cosiddette birre arcaiche venivano prodotte con il “gruit”, un mix di erbe che ogni mastro birraio portava sempre con sé, custodendone la propria ricetta segreta, e che svolgeva per la birra la funzione amaricante e antisettica che poi venne svolta dal luppolo. Cosa c’entra il Belgio? Beh, narra la leggenda che Gambrinus (Jan Primus in fiammingo), patrono della birra e inventore della birra con l’aggiunta del luppolo fosse in realtà un personaggio ispirato o da Giovanni, Conte di Borgogna, Artois e Fiandre (1371–1419) oppure da Giovanni I di Brabante (1254-1298), due uomini molto importanti per la storia del Belgio.
Verità o leggenda, di sicuro il Belgio recitò una parte importanze nell’affinazione dell’arte della produzione della birra.
Alcuni fatti “certi”: nel XVI secolo in Belgio erano già attive diverse corporazioni laiche di birrai a Bruges, Liegi e Bruxelles; nell’Abbazie di Affligem, uno dei monasteri benedettini più celebri del mondo, situato in Belgio, ci sono riferimenti dell’esistenza del birrificio annesso fin dal 1574 (e il birrificio è ancora attivo); l’Abbazia di Notre Dame d’Orval, in Belgio, fondata poco dopo l’anno 1000, è legata alla produzione della birra fin dai suoi primi anni (e il birrificio è ancora attivo).
Oggi la birra belga è considerata dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità e il Paese continua ad essere uno dei principali produttori al mondo di stili di birra come lo stile trappista, Lambic, Pilsner e Ale, come la nostra Toribi.
La Blonde Ale
Blonde naturalmente significa “bionda”, “chiara”; Ale sta per “alta fermentazione”: un classico dei classici belgi insomma (che amano e producono in particolare birre ad alta fermentazione).
La Blonde Ale rappresenta il rivale ideale delle Lager tedesche, i due stili “standard” delle due grandi scuole, nati per essere bevuti da tutti, tutti i giorni, in ogni occasione.
Anche in questo duello però si ritrova l’espressione pura dei due punti di vista sull’arte brassicola: i tedeschi sono fedeli interpreti delle regole, degli standard, per loro la birra è malto d’orzo o di frumento, acqua, luppolo, lievito e nient’altro; i belgi sono fantasisti delle materie prime, creano liberi, e vi possono capitare birre con aggiunta di zuccheri, frutti, spezie, luppoli invecchiati, e per questo creano birre che sono vere esplosioni di aromi e sapori.
Rispetto alle Lager tedesche le Ale hanno un corpo più strutturato, un colore meno limpido, una gradazione che non scende quasi mai sotto i 5 gradi. E’ l’effetto del malto, attore principale di questo stile di birra, per il quale possono essere utilizzati sia malti base che malti speciali. Malgrado come scrivevamo sopra i belgi abbiano contribuito alle leggende sulla birra con la presunta sostituzione del “gruit” con il luppolo, in questo caso (e in generale nelle birre di questo Paese) il luppolo svolge una funzione soprattutto conservativa e in minima parte amaricante.
L’attore principale della Blonde Ale è il malto che gli dona quel corpo e il sentore dolce di miele che si sente all’olfatto e naturalmente al palato.
Toribi 61cento
La nostra Toribi 61cento rispecchia in pieno lo stile. E’ stato uno dei primi stili che abbiamo cercato di interpretare, quando eravamo ancora homebrewers (le alte fermentazioni sono più semplici da gestire in casa, nel processo di fermentazione, rifermentazione e conservazione), ed è una delle ricette a cui siamo più affezionati.
Diciamo che è un classico standard con il quale è bello cimentarsi. Oggi nella nostra Toribi è possibile sentire l’armonia tra luppolo nobile europeo e il malto, che la rendono una birra amata sia da chi non ama le birre troppo maltate che da chi non ama le birre troppo luppolate. Un vero jolly, insomma. L’aroma è quello di fiori gialli, ananas, miele.
Le sue caratteristiche trasversali la rendono molto facile da abbinare: antipasti, primi piatti, legumi, carni bianche, piatti etnici, oltre naturalmente ad essere ottima con la pizza!
Se siamo riusciti a stimolarvi un po’ di curiosità nei confronti di quel fantastico Paese che è il Belgio vi invitiamo a provarla con suo piatto tradizionale: le cozze con le patate fritte!
Cos’altro aspettarsi da una destinazione così piccola ma così geniale?
Be First to Comment