Più stili, meno colori. Il manifesto del Birrificio 61cento.

Che cos’è esattamente uno stile di birra? Quante persone, che abitualmente consumano birra, sarebbero in grado di definirlo?

La questione degli stili di birra è uno degli argomenti principali nelle discussioni tra gli addetti ai lavori, e al contempo è un argomento che raramente appassiona chi della birra è semplicemente amante e consumatore. Perché?

Uno stile di birra è l’insieme di caratteristiche relative a sapore, gradazione alcolica, ingredienti, metodologia di produzione, ricetta, storia, che differenziano (o accomunano) due o più birre. Un insieme di parametri, di standard, certo arbitrari e in evoluzione costante, ma utili a mettere ordine nella produzione e nel consumo della bevanda più antica del mondo e nella cultura che la sua storia ha generato e continua a generare.
Il Birrificio 61cento si riconosce nella classificazione degli stili di birra. La riteniamo uno strumento utile per comprendere e misurarsi con la storia della birra, per far crescere il movimento di chi produce e ama la birra e per  diffondere la cultura della birra.

Per noi produrre buona birra richiede conoscenza, competenza, creatività e perseveranza. Serve studiare, e poi provare e riprovare secondo il proprio gusto. E’ quello che cerchiamo di fare: ci ispiriamo agli stili della birra riconosciuti per darne la nostra interpretazione. Ogni birra è una sfida: vogliamo vedere se abbiamo studiato bene, e ci siamo preparati a dovere, prima di far assaggiare la nostra interpretazione di uno stile a chi avrà la bontà di berci (soprattutto) e magari la curiosità di conoscere la storia che c’è dentro ad ogni boccale e ad ogni bottiglia.
Ci sembra abbastanza normale che un musicista rock studi e si eserciti su pezzi soul, blues, rockabilly, addirittura punk, per poi suonarne una sua versione; o che un giovane pittore si sia esercitato con le varie tecniche esecutive prima di trovare la sua strada. Ecco, noi produciamo birra con lo stesso approccio e vogliamo diffondere questo approccio.

Che c’entrano i colori?
“Una bionda, per favore” oppure “Una birra chiara, grazie”. “La birra scura è buona solo in Irlanda”. “Le birre rosse sono per intenditori”.
Sono frasi molto comuni nei pub, nelle birrerie e pizzerie, in spiaggia, dove la maggior parte della birra viene bevuta e consumata. La suddivisione della birra in colori è nata per esigenze soprattutto commerciali e industriali, e appartiene alla storia più recente della bevanda. D’altronde, è comprensibile che l’industria abbia preferito stimolare il consumo proponendo 3 o 4 colori piuttosto che decine di stili.
Per come la vediamo noi, sarebbe come ridurre la letteratura in romanzi gialli, romanzi rosa e saggi. Quale amante della lettura accetterebbe una visione simile?
Nulla contro questa visione del mondo della birra, ma non è quella in cui ci riconosciamo.

Noi ci riconosciamo in una blonde ale, in un american amber lager, in una bock dunkel, in una milk stout, in una white ipa, in una pacific lager, in un italian weiss. Le trovate qui.  Volete saperne di più?
Continuate a leggerci, o veniteci a trovare.

Troverete sempre più stili. (E meno colori).

 

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