Il partner di oggi è una realtà storica di Pesaro, che forse sarebbe difficile da raccontare a chi viene da fuori. Per noi che lo conosciamo da sempre, e lo abbiamo vissuto, è un particolare piacere dare spazio ad un luogo che va al di là dell’essere semplicemente un locale: un circolo come il Menga è la casa che ti scegli, la famiglia che ti scegli, abitato dalle persone con le quali scegli di condividere pezzi di vita. E ovviamente dove si bevono ottime birre! Ne parliamo con Federico, uno dei soci che gestisce l’attività del bar all’interno del circolo.
Federico, prima un po’ di storia che male non fa: chi era Ferruccio Mengaroni?
Ferruccio Mengaroni, fu un ceramista pesarese, nato nel 1875, protagonista del revival rinascimentale a cavallo tra 800 e 900. Formatosi nella Fabbrica Molaroni, le sue opere erano tese al recupero e alla reinterpretazione delle tecniche e degli stili cinquecenteschi. Costituì poi una fabbrica sua, grazie al finanziamento di Aristodemo Mancini, con la quale continuò a produrre ceramiche destinate al mercato nazionale e internazionale, nonché a partecipare alle più importanti manifestazioni artistiche del mondo.
E fu proprio durante l’allestimento di una Biennale a Monza che venne travolto da una sua opera, su una scalinata, morendo sul colpo. La sua opera più celebre rimane la “Medusa”, ispirata al personaggio della mitologia greca.
Che cos’è il “Menga” oggi?
Il Circolo Mengaroni nasce circa 50 anni fa, a Pesaro. E’ uno dei circoli più longevi di Pesaro, e per questo è un centro culturale e di aggregazione storico della città. Dal 2007 il circolo si è trasferito nella sede attuale, in via Bertozzini 14, e da 5 anni all’interno del circolo c’è l’attività relativa al bar, gestito da me, e dai miei soci Alessandro e Roberto (che come me lavoravano per il circolo da anni).
Aperto tutto l’anno, tutti i giorni dal tardo pomeriggio a notte fonda, proponiamo dj set, musica dal vivo, allestimenti ed esposizioni di fotografia, scultura, pittura, nonché occasioni più pop per eventi sportivi particolarmente importanti.
Amiamo valorizzare le realtà cittadine, amiamo dare il nostro contributo allo sviluppo delle espressioni artistiche e culturali della città, dando la possibilità ai nostri ospiti di scoprire il lato artistico dei loro concittadini, e contemporaneamente dando agli stessi artisti un luogo sicuro dove potersi esprimere.
Per questo il Menga non è un locale con un “target”: nasce per accogliere tutti coloro che vogliono condividere insieme passioni, emozioni, pezzi di vita. Accoglie compagnie di amici e amiche che vanno dai 18 ai 40 anni che qui sono letteralmente cresciuti, sono diventati quello che sono oggi, confrontandosi, spesso discutendo, molto spesso e volentieri innamorandosi, qualche volta creando vere e proprie famiglie.
E’ questo il senso in cui un locale come il nostro fatica ad essere inquadrato e compreso da chi magari è più abituato a locali classici.
In che senso?
Nel senso che a Pesaro il circolo, e il Menga non fa eccezione, è un po’ come la coperta di Linus. Non è un luogo in cui si va “per” fare qualcosa. E’ un luogo in cui innanzitutto ogni giorno si ritrova la propria seconda famiglia, quella che ti scegli, quella della compagnia, degli amici e delle amiche. Qui il bancone non separa ma unisce: anche il giorno di Natale c’è la gara a chi arriva prima al circolo dopo il pranzo con i parenti, perché anche qui ci sentiamo letteralmente in famiglia.
Qui abbiamo creato la nostra squadra di calcio, qui molti di noi decidono dove andare insieme in vacanza, in estate e in inverno. Si viene innanzitutto per le persone, per l’ambiente, per la consapevolezza che il “Menga” è come una seconda casa, in cui poi puoi scegliere se fare due chiacchiere, leggere il giornale, giocare a ping-pong o a biliardino, bere un aperitivo, mangiare qualcosa di veloce o più semplicemente fare serata. Siamo impermeabili alle mode perché l’amicizia non passa mai di moda.
Che cosa bevo al Menga?
Siamo molto trasversali anche in quel senso: mi piace l’idea che le persone possano scegliere, seguendo le proprie inclinazioni e le proprie passioni. Qui puoi trovare birre americane, birre internazionali, birre italiane. Stessa identica cosa per i vini e i distillati bevuti lisci o all’interno di un cocktail. Non amiamo l’idea di selezione, è giusto che l’ospite si senta libero. Certo, noi abbiamo le nostre passioni, i nostri gusti, la nostra esperienza: per questo siamo i primi ad essere felici di consigliare, introdurre, raccontare i prodotti che mettiamo a disposizione per i nostri ospiti. Non nego che per molto tempo per le birre c’è stato un interesse relativo. Oggi sono felice di vedere ospiti e amici più curiosi, interessati, partecipi nello scoprire nuove realtà artigianali. 61cento è una di queste.
Com’è nato il rapporto con 61cento?
Potevamo farci scappare l’occasione di valorizzare una storia di amicizia tra 4 pesaresi, nostri coetanei? A parte gli scherzi: ci conoscevamo già di vista, eravamo curiosi di assaggiare le birre quando ce ne parlarono, lo abbiamo fatto, ci sono piaciute, ed eccole qua. D’altronde: prodotto di qualità, proveniente dalla città, ideato e proposto da un gruppo di amici, è una storia perfetta per il Menga!
Novità in vista?
Assolutamente imperdibile il Garden Artfest che organizziamo agli Orti Giuli, ogni anno. Quest’anno è in programma per il 19 e 20 agosto. Teatro, Musica, Narrativa, Videoarte e Autoproduzioni nella splendida cornice del parco Orti Giuli di Pesaro. Tanti gli artisti che si alterneranno sui diversi palchi per offrire due serate d’arte a tuttotondo ed un week-end non convenzionale.
Appuntamento agli Orti Giuli!
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